sabato 7 febbraio 2009

Dal mio quaderno delle elementari...LE MASCHERE


LE MASCHERE

Tutti a Venezia, durante il carnevale, usavano la maschera. Gli artigiani che le fabbricavano e le vendevano erano detti mascareri.
Il tipo più diffuso era la bauta, che non era solo una mschera, ma un vero e proprio travestimento. Era composto da un mantello nero di seta o di velluto, completato da una specie di cappuccio di seta o di pizzo, aperto sul davanti in modo da lasciar libero il viso che era ricoperto da una mschera chiamata: il volto a barba.
Sopra il cappuccio si indossa il tipico cappello a tre punte: il tricorno.
La bauta era indifferentemente usata da uomini e donne da nobili e gente del popolo.

Le maschere gettavano coriandoli e confetti. Si allestivano in piazza, sul molo e sulla Riva degli Schiavoni, i Casoti dei funamboli, degli acrobati, degli astrologi, e dei cavadenti e quello più amato dai bambini: il casoto dei burattini. Destava sempre molta curiosità il serraglio degli animali feroci ed esotici.
L'ultimo giorno di carnevale, a mezzanotte, suonavano i rintocchi delle campane di San Marco e di San Francesco della Vigna che annunciavano la fine delle follie e l'inizio della Quaresima.

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